
Ci ha lasciato Ercole Spada, nato nel 1937 a Busto Arsizio.
Modesto e riservato come sanno essere solo le persone più dotate, la sua opera di designer resterà per sempre a testimonianza della sua capacità creativa espressa in innumerevoli collaborazioni.
Il suo nome, tuttavia, è fortemente legato a quello della Carrozzeria Zagato, dove ebbe in Elio Zagato la persona che per prima scoprì il suo talento e lo utilizzò per creare alcune tra le sue carrozzerie più conosciute.
Michele Albera, coordinatore del Master in Transportation Design allo IED di Torino esprime attraverso quattro modelli da lui ritenuti significativi la personalità di Ercole spada designer.

Alfa Romeo Giulietta SZ “Coda Tronca” (1961)
Tra le più emblematiche creazioni di Spada, la Giulietta SZ Coda Tronca rappresenta un punto di svolta: è una delle prime automobili di serie a tradurre in forma stilistica le teorie aerodinamiche sviluppate da Wunibald Kamm presso l’Unità CAM (Center for Automotive Research).
Il concetto di “Kamm tail” — la coda tronca — non è solo una scelta estetica radicale, ma una soluzione ingegneristica volta a ridurre la resistenza aerodinamica mantenendo un buon carico sull’asse posteriore.
Spada riesce a integrare questa intuizione con la leggerezza e la purezza tipiche delle carrozzerie Zagato, dando vita a una berlinetta compatta e affilata, dove ogni linea ha una funzione.
È la dimostrazione che l’aerodinamica non deve sacrificare il fascino: anzi, può diventare essa stessa espressione di bellezza.

BMW Serie 7 (E32, 1986)
Vent’anni dopo, il design di Spada raggiunge un’altra vetta con la BMW Serie 7 E32, quando lavora per BMW sotto la direzione di Claus Luthe.
In un periodo in cui l’estetica automobilistica tedesca rischiava di scivolare nella rigidità formale, Spada riesce a infondere alla grande berlina di lusso un equilibrio inedito tra autorevolezza e dinamismo.
La E32 non è soltanto una macchina elegante: è una scultura di precisione, dove i volumi pieni e i tagli netti dialogano in modo armonioso.
I fari anteriori doppi, l’andamento leggermente inclinato del montante posteriore e la pulizia delle superfici anticipano un linguaggio che influenzerà tutta la produzione BMW successiva.
Inoltre, la vettura integra contenuti tecnologici all’avanguardia (come l’introduzione del V12 e l’ABS di serie) all’interno di una silhouette che comunica performance con discrezione.

Ford GT70 (1970)
Meno nota ma altrettanto significativa è la Ford GT70, un progetto sportivo concepito per i rally, che porta la firma di Spada durante la sua permanenza alla Ghia.
È una vettura dalla silhouette bassa e nervosa, con proporzioni esasperate e una chiarezza formale sorprendente, viste le sue dimensioni contenute.
In soli 3,9 metri di lunghezza, Ercole Spada riesce a sintetizzare le esigenze di una macchina da corsa con l’identità visiva del marchio.
Il progetto non decollerà commercialmente, ma rappresenta una dimostrazione di flessibilità progettuale e dell’abilità di Spada nel trasporre i principi del design puro anche su mezzi estremi e non convenzionali.

Aston Martin DB4 GT Zagato (1960)
Questa vettura è uno dei primi grandi esempi della capacità di Ercole Spada di fondere funzionalità e bellezza in un linguaggio coerente e rivoluzionario.
Derivata dalla DB4 GT, la versione Zagato — alleggerita, snellita, più affilata — porta la firma inconfondibile del giovane designer italiano, che con pochi tratti netti scolpisce una carrozzeria priva di orpelli, perfettamente proporzionata, dove ogni curva è al servizio della velocità.
È la prima grande dimostrazione del suo talento nel ridefinire l’identità di un marchio straniero senza snaturarlo, ma esaltandone le potenzialità.
La DB4 GT Zagato è una delle prime auto da corsa in cui la forma aerodinamica diventa anche forma simbolica, anticipando un’idea di design sportivo europeo che avrebbe influenzato decenni a venire.
©Michele Albera















